Come si compone un crimine, ovvero: come si costruisce uno spettacolo. Quindi, il crimine spettacolarizzato.
Il duo di performer Fagarazzi&Zuffellato sceglie dieci spettatori tra i presenti in attesa che lo spettacolo inizi, seduti intorno ai tavolini nel bianchissimo e contemporaneo spazio dell'Area Pergolesi. Vengono bendati, poi mascherati con teste di animali, infine fatti agire nello spazio contiguo a dove si trova il pubblico: loro, ignari attori del crimine, il pubblico, consapevole voyeur, in uno spazio che non consente una visibilità chiara e che dunque omette particolari e moltiplica interpretazioni equivoche. Le azioni degli "attori", pilotate dai due performer dei ex machina, vengono filmate da un operatore: siamo all'interno della regia del crimine, che viene scomposto per poi essere riassemblato con scritte in sovraimpressione e musiche, e infine proiettato di fronte al pubblico. Le immagini assumono un significato che è costruito, pilotato: è la strumentalizzazione dell’immagine, la creazione del crimine da gesti che ne sono estranei.
Molto contemporaneo e attuale. Pedofilia, omicidio, incidenti stradali: si moltiplicano i crimini che vediamo (o crediamo di vedere) intorno a noi, nel vicino di casa o nei servizi che mostrano i telegiornali e la televisione. Una volta ci poteva essere il riferimento d'autore alla Finestra sul cortile. Ora, nella banalizzazione contemporanea, non ci rimane che il pubblico televisivo, il cui occhio critico è pilotato da registi invisibili ma che si conoscono benissimo. La forza dell'immagine è nota e da sempre sfruttata: in questo momento di medioevo culturale italiano siamo vittime e autori della sua strumentalizzazione: la subiamo passivamente (come solo la televisione può essere subdola), ne potremmo essere oggetto inconsapevole; ma ne siamo anche autori, nel momento in cui decidiamo di credere al messaggio che si costruisce attraverso la strumentalizzazione. Senza perdere la consapevolezza che un giorno potrebbe toccare anche a noi di essere attori inconsapevoli di un crimine a cui non abbiamo partecipato. In questa performance tutti sono protagonisti di quello che accade: il punto di vista dipende da quale ruolo si assume, in un continuo scambio a cui fa riferimento il titolo stesso, scrittura speculare della parola crimine.
Variazione originale sul tema, affrontato da gruppi di innovazione e spettacoli più vicini alla tradizione, del potere mediatico dell'immagine, questa coppia di artisti aggiunge il coinvolgimento attivo degli spettatori e il ribaltamento dei ruoli e crea una nicchia personale nella moltiplicazione dei linguaggi che la scena attuale offre.
visto all'Area Pergolesi il 26.II.2011
ENIMIRC
idea, creazione e direzione di Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato
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