mercoledì 27 aprile 2011

LE PAURE E I DESIDERI DELLE SCIMMIE NUDE MOSTRANO LE DEBOLEZZE DELL'UOMO


«Sebbene sia associato a quanto di più dolce, onorevole e sublime, niente è più terribile di questo colore, una volta separato dal bene, una volta accompagnato al terrore».
Parole del cantautore Vinicio Capossela, che nel suo ultimo album dedica una canzone alla Bianchezza della balena sottolineando l’ambivalenza di questo colore. Non poteva non richiamare la bianchezza soffocante della scena di Pauraedesiderio della compagnia Scimmie Nude diretta da Gaddo Bagnoli, in scena al Teatro Out Off per una tre giorni (dal 26 al 28 aprile) che ripropone, per la prima volta a Milano in forma integrale, il primo capitolo della Trilogia d’Indagine sull’Uomo (Macchine e Perversioni costituiscono rispettivamente la seconda e la terza parte).

Quanta paura fa il bianco dei desideri dell’Uomo?
La scena, una scatola bianca di claustrofobica eleganza ed astratta essenzialità, pone in risalto il vaso da notte, la corda e la palla rossa – gli unici tre oggetti di scena. Gli attori, due uomini e una donna, rappresentano cromaticamente ciascuno un colore primario (rosso, simbolo di passione, carne e sangue, giallo e blu): si muovono, legati uno all’altro, come animali in competizione, sono “scimmie” che lentamente si evolvono in uomini e che infine entrano in conflitto l’uno con l’altro.
Lo spettacolo non si sviluppa intorno a una trama, ma indaga e scava nelle pieghe dell’animo umano dove si annidano i desideri inconfessabili e le paure nascoste: le azioni sceniche sono collegate tra loro da associazioni di idee, in un andamento onirico che rende l’azione in continua evoluzione, sempre sinuosa, evocativa, ricca di immagini.
Il teatro di Bagnoli si ispira e aspira al “teatro della crudeltà” di Artaud: azioni sceniche di forte impatto emotivo, capaci di scuotere dal torpore le coscienze degli spettatori. Senza sconti, dunque, vengono esplicitate le ombre sia dell’individuo in sé, con la paura di ammettere i propri desideri di egoismo e ambizione, sia dei rapporti umani: la coppia è governata da un alterno e continuo gioco di potere tra uomo e donna, la famiglia è il luogo in cui i genitori rinfacciano ai figli i sacrifici che hanno compiuto per metterli al mondo, e in cui i figli si svincolano dallo stato di costante paura (nata dall’incertezza del futuro premio o punizione) eliminando i genitori. L’ultima parte è tutta incentrata sul ritorno all’origine, al grembo materno, affrontato dal punto di vista della donna: il desiderio di maternità si scontra con la paura dell’espropriazione del proprio corpo («Un essere in sé è troppo per me»), con il desiderio di potere, di appartenenza, di completezza.
«Siamo soli e senza scopo?». In questa domanda sono racchiusi i desideri più forti dell’Uomo: potere, amore, apparenza; appartenere, possedere. Forse uno scopo possiamo trovarlo (qualcosa da arraffare non è difficile da individuare): ma soli lo siamo davvero, per volontà nostra, perché condividere fa più paura di un destino di solitudine. Il confine tra paura e desiderio è così sottile e delicato che lo scambio osmotico diventa specchio: paure e desideri sono le due facce dello stesso sentimento.

La ricchezza di temi e immagini si riflette nella tecnica che Bagnoli sta perfezionando: bandito ogni naturalismo, il lavoro degli attori si concentra sulle possibilità di espressione gestuale e vocale; qualche eccesso nel grottesco non annulla l’immediatezza della comunicazione. La ricerca dell’essenzialità ha i suoi momenti più riusciti nelle scene di teatrodanza e nelle scene in cui tutti gli attori interagiscono. C’è ancora da limare, da asciugare i tempi della rappresentazione e da individuare con ordine la tematica portante dello spettacolo. In questo momento Bagnoli ci sembra come uno scultore intento a eliminare il superfluo alla ricerca della forma già esistente sotto le sovrastrutture. Raramente si riconosce nei gruppi di innovazione una significativa ricerca: Scimmie Nude lavora con un preciso disegno stilistico ottenendo risultati di sempre maggiore coerenza.
visto al Teatro Out Off il 26.IV.2011

PAURAEDESIDERIO
testo e regia Gaddo Bagnoli   
con Claudia Franceschetti, Andrea Magnelli e Marco Olivieri
(durata dello spettacolo 73 minuti senza intervallo)

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