domenica 3 aprile 2011

L'esortazione ai poeti di Lawrence Ferlinghetti

Manifesto populista 
Per i poeti, con amore


Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte 
siete stati ritirati troppo a lungo 
nei vostri mondi chiusi. 
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills 
dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills 
dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse, 
giù dalle vostre basse colline e dalle montagne, 
fuori dai vostri tepees e dalle domes. 
Gli alberi stanno cadendo ancora 
e non andremo più nei boschi. 
Non è il momento ora di sedersi tra loro 
quando l’uomo incendia la propria casa 
per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna 
mentre Roma brucia. 
San Francisco sta bruciando
la Mosca di Mayakovsky sta bruciando 
i combustibili fossili della vita. 
La Notte & il Cavallo si avvicinano 
mangiando luce, calore & potere 
e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l’artista 
sopra, oltre, dietro le scene, 
indifferente, tagliandosi le unghie, 
purificandosi fuori dall’esistenza.
Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari, 
non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie, 
non è il momento ora per la paura & il disgusto, 
è il momento solo per la luce & l’amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione 
distrutte dalla noia ai readings di poesia. 
La poesia non è una società segreta, 
né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più. 
L’ora di emettere l’OM è passata,
viene il momento di cantare un lamento funebre,
un momento per cantare un lamento funebre & per gioire 
sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra & per l’Uomo. 
Il momento ora di esporsi 
nella completa posizione del loto 
con gli occhi completamente aperti,
il momento ora di,aprire le vostre bocche 
con un nuovo discorso aperto,
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti, 
tutti voi « Poeti delle Città »
appesi nei musei, includendo me stesso, 
tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia 
sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da workshop
nel cuore–giungla d’America, 
tutti voi addomesticati Ezra Pound, 
ùtutti voi poeti pazzi, sballati, da collage,
tutti voi poeti di Poesia Concrete pre–compressa, 
tutti voi poeti da cunniligio,
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku 
nella Siberia d’America,
tutti voi non realisti senza occhi,
tutti voi supersurrealisti autonascosti, 
tutti voi visionari da camera da letto, 
ed agitprop da gabinetto, 
tutti voi poeti alla Groucho Marxista 
e Compagni di ozio di classe 
che restano inattivi tutto il giorno
e che parlano del lavoro di classe del proletariato, 
tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia,
tutti voi Brahamini di Boston e bucolici di Bolinas, 
tutte voi baby–sitters della poesia, 
tutti voi fratelli zen della poesia, 
tutti voi amanti suicidi della poesia, 
tutti voi grassi professori della poesia, 
tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti, 
tutti voi Poliziotti della Poesia –
Dove sono i figli selvaggi di Whitman, 
dov’è la grande voce che parla ad alta voce 
con un senso di dolcezza & di sublimità, 
dov’è la nuova grande visione, 
la grande visione del mondo, 
l’elevata canzone profetica 
dell’immensa terra
e tutto ciò che canta in essa
e il nostro rapporto con essa – 
Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta 
e aprite le menti & gli occhi 
con la vecchia delizia visuale, 
schiarite la gola e parlate più forte, 
la poesia è ,morta, lunga vita alla poesia 
con occhi terribili e forza di bufalo. 
Non aspettate la rivoluzione 
o succederà senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce 
con una nuova poesia completamente aperta
con una nuova comune-sensuale « comprensione–pubblica » 
con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi,
un diapason nell’orecchio interno 
per colpire sotto la superfice.
Del vostro dolce lo che ancora cantate 
ancora esprimete « la parola en-masse » – 
Poesia il veicolo comune 
per il trasporto del pubblico 
verso luoghi più alti
di altre ruote che possano portarla. 
Poesia che ancora cade dai cieli 
dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate,
le strade animate ancora con visi,
uomini & donne attraenti camminano ancora qui, 
dovunque ancora attraenti creature, 
negli occhi di tutti il segreto di tutti 
qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono, 
si svegliano e camminano nell’aria aperta.
Lawrence Ferlinghetti

Questa poesia fa parte dello spettacolo - reading poetico di Giulio Casale intitolato The beat goes on

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