Quattro attori precari in cerca di una buona critica: la vita reale diventa trama per L’operazione, lo spettacolo in scena al Teatro Leonardo.
Nel nostro ruolo di recensori ci sentiamo un po’ chiamati in causa da questa pièce che accusa - in maniera sardonica - quella parte di critica distratta da manie di protagonismo e di potere, che con una parola è capace di elevare agli alti cieli del successo o di gettare nello sconforto dell’indifferenza della stampa. Perché «se gli attori sono bravi, il testo è bello e al pubblico piace» lo spettacolo non è un successo finché non viene recensito dal critico dei critici, colui che promuove il nuovo, crea i fenomeni di massa, il «demiurgo delle velleità artistiche dei giovani», il «sommo presidente di tutti i premi teatrali» - che nella finzione ha il nome di Marco Mezzasala.
L’operazione, scritto e diretto da Rosario Lisma (anche interprete, con Ugo Giacomazzi, Andrea Narsi, Andrea Nicolini e Lino Spadaro), in effetti un premio l’ha vinto: il Premio Nuove Sensibilità - ETI (nel 2008), nato con la funzione di accompagnare e aiutare le giovani compagnie nelle fasi di produzione di uno spettacolo, compresa la distribuzione, in un mercato spesso impermeabile alle nuove proposte.
La trama in breve è questa: quattro attori stanno provando il testo scritto da uno di loro, che parla di terroristi che vivono nella clandestinità durante gli anni di piombo. Consapevoli del potere della recensione di Mezzasala, cercano prima di corteggiarlo con i metodi tradizionali delle telefonate e dei complimenti, poi - di fronte alla sua indifferenza - passano a misure drastiche. La vita fa irruzione sulla scena e diventa teatro: i quattro prendono in prestito dalla finzione drammaturgica i metodi dei terroristi e sequestrano il critico, legandolo a una poltrona in platea per obbligarlo ad assistere alla pièce.
La drammaturgia si inserisce nella tradizione del teatro di parola ma, nonostante la costruzione tipica della commedia novecentesca, non cede alla facile citazione del metateatro di Pirandello (Questa sera si recita a soggetto). L’operazione è, piuttosto, un ironico esempio di teatro metadiegetico: punta infatti lo sguardo su se stesso, smascherando le ipocrisie, le illusioni, la crudeltà e le (ormai note) difficoltà del mestiere più precario che esista - quello dell’attore - sempre appeso a un filo (quello del telefono), in attesa di una chiamata per qualche mese di tournée, che renda il quotidiano meno preoccupante.
La crisi del teatro non può essere ignorata, soprattutto dal teatro stesso, la cui funzione sociale di leggere la realtà contemporanea è basilare. Possiamo, però, affrontarla con una risata liberatoria: la vita stessa è una tragicommedia, laddove la sofferenza prolungata diventa insostenibile.
Quindi lasciamoci andare all’ironia piena di ritmo e al continuo slittamento tra vita e finzione teatrale (con effetti comici riusciti), senza sentirci in colpa. Il finale non può che essere amaro (non c’è salvezza nemmeno nella finzione artistica), ma è la parte meno riuscita del testo: spesso gli attori/autori scivolano nel paludoso terreno dell’epilogo didascalico, quando il coraggio di chiudere lasciando aperte le interpretazioni farebbe guadagnare in originalità.
Il pregio dello spettacolo sta nel coinvolgere non solo gli addetti ai lavori: forse perché il teatro è vita e, dunque, appartiene a tutti.
visto al Teatro Leonardo il 29.III.2011
L'OPERAZIONE
scritto e diretto da Rosario Lisma
con Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma, Andrea Narsi, Andrea Nicolini
e con Lino Spadaro
scene Francesco Fassone
costumi Neva Viale
luci Marco Burgher
musiche originali Andrea Nicolini
assistente regia Alessia Donadio
(durata dello spettacolo 1 ora 55 minuti senza intervallo)
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